From: Sue C, kascam@bigpond.com Subject: Re: dolori di gioia_"musica!" review Date: 2/7/2002 6:27:50 PM To: c.worth@lycos.com seance@lists.no-fi.com It says in English "what a bloody beautiful album! - Steve Kilbey has a voice that Richard Ashcroft would kill for, and this Sydney band are everything that Coldplay wish they could be. Genesis should drink more wine and something about Kate Bush" que? :) Sue > From "Musica! Rock & altro" (supplement of "Repubblica", February 7th 2002) > > Ciao > > Corrado > from Pescara (Italy) > PS: It's too late for a translation ... > CHURCH > After everything now this > Cooking Vinyl > > L'epicita' di sempre, con qualche gemma (SONG FOR THE ASKING, la bellissima AFTER EVERYTHING NOW THIS che ha un ritornello che ti si mangia vivo, i quasi mellotron di NIGHT FRIENDS, il colpo al cuore dell'attacco di SEEN IT COMING, che in pratica e' una specie di CONEY ISLAND BABY trent'anni dopo, arrangiata solo un po' di piu', e mescolata a ONE FOR THE WINE dei Genesis) e alcune esagerazioni (le modulazioni progressive di RADIANCE sono decisamente superate e pesanti). > I Church hanno avuto una carriera singolare. > Si sono riciclati almeno tre volte, ma senza mai cambiare. > La verita' e' che il gruppo di Sydney ha una sua forte identita', forse non e' piu' cosi' psichedelico, e alle college radio potra' non piacere piu', ma c'e'. > Steve Kilbey ha una voce che verrebbe da dire: somiglia a Richard Ashcroft. > Se non fosse che Ashcroft e' venuto dopo. > E il suo modo di raccontare e' placido, tenebroso, malinconico, e tutto cio' calza alla perfezione nell'era dello slow core, di Coldplay e Starsailor, del rock delle passioni intense e rallentate e delle band scandinave portatrici di calore. > La title track fa parte di una serie di registrazioni del '99 che non hanno portato a nulla. > Il resto e' roba freschissima. > In realta' potremmo anche essere fermi agli anni Ottanta di Simple Minds, Big Country, Sideway Look e Deacon Blue. > Ma che male c'e'? > Nella sferzata sentimentale di certi passaggi ci sono, come gia' detto, anche i Genesis di 'Wind & Wuthering' e, proprio nella title-track, persino i Tears for Fears piu' grandi, quelli di 'The Seeds of Love'. > I Church non se li ricorda mai nessuno. > Appaiono e scompaiono. > Ma sottilmente, anche se solo a tratti, seducono. > E quando lo fanno (pensate o ripensate a un disco come 'Starfish') son dolori di gioia. > > Enrico Sisti